Torino, morì per monossido: l’amministratore di condominio accusato di omicidio

Deve rispondere di omicidio colposo l’amministratore del condominio di corso Vercelli, a Torino, dove nel gennaio 2013 il malfunzionamento di una caldaia causò la morte di Giuseppa Cecere, 67 anni. La figlia della vittima rimase invece in coma vegetativo. Per l’accusa, la tragedia poteva essere evitata con una corretta gestione della manutenzione: la caldaia, infatti, era collegata a una canna fumaria ostruita. “Cecere è morta per avvelenamento da ossido di carbonio”, ha spiegato in Tribunale a Torino durante l’udienza il medico legale Roberto Testi, chiamato come consulente. “Nel corpo la donna aveva il 23% di carbossiemoglobina. Nella figlia, invece, la percentuale era del 40%. Non ho mai visto una cosa del genere”. L’imputato è difeso dagli avvocati Carlo Cavallo e Paolo Romagnoli. Che spiegano: “Il sistema di riscaldamento era autonomo e non conforme alle regole di funzionamento degli impianti di riscaldamento. Il nostro assistito non ha responsabilità”.

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